Basilicata. Altojanni, Grottole (MT).

 

Direzione del progetto

Francesca Sogliani

 Direzione survey

Dimitris Roubis

Direzione scavo settore medievale

Francesca Sogliani

Coordinamento attività sul scavo

Brunella Gargiulo, Valentino Vitale

 

Responsabile laboratorio reperti archeologici

Brunella Gargiulo

Elaborazioni GIS

Valentino Vitale

Ricostruzione viabilità antica e sfruttamento del territorio

Dimitris Roubis

Analisi archeometriche

Tonia Giammatteo (in collaborazione con Lab. CNR-IMAA, Tito Scalo - PZ)

 

 Nel territorio del Comune di Grottole il paesaggio è segnato dalla presenza di un antico insediamento fortificato, di cui è ancora svettante uno dei contrafforti dell’antica torre di controllo di età normanna. Il toponimo indica un’area a sinistra del torrente Bilioso a 479 m s.l.m.

Il sito è menzionato nel Catalogus Baronum, come parte dei possedimenti della contea di Tricarico, poi tra quelli di Montepeloso, odierna Irsina. L’insediamento ha rivestito un ruolo di importanza strategica, controllando le valli circostanti sia in età normanna che sveva. Ad esempio, nelle disposizioni federiciane rivolte alla manutenzione delle costruzioni fortificate, il sito di Altojanni è citato come una struttura difensiva che necessitava di restauri. In età angioina il centro subisce un graduale spopolamento a causa delle mutate condizioni politiche e amministrative. Nei regesti angioini viene infatti menzionato come Casalis, indice di una trasformazione della destinazione d’uso delle strutture fortificate.

Gli scavi archeologici, promossi dalla Scuola di Specializzazione in Beni Archeologici di Matera, in regime di concessione, sono stati effettuati nel 2006-2008 nei pressi del ridotto fortificato sommitale, in cui emergono in stato di rudere i resti di una torre di forma rettangolare, il “Torrazzo”, di un circuito murario sommitale e di una torre quadrata ricavata sulle mura, nella parte occidentale del ridotto fortificato.

La parte sommitale dell’insediamento di Altoianni è occupata da un ridotto fortificato di forma poligonale, composto da un circuito murario con ingressi da nord e da ovest e da una successione di ambienti. Il “Torrazzo” (CF 3) è una struttura a pianta rettangolare, sede dell’autorità civile ed amministrativa del territorio. Essa aveva un accesso soltanto dall’interno del circuito fortificato, da est, era suddivisa al suo interno in altri piccoli ambienti e fu oggetto di numerosi rifacimenti durante il periodo di frequentazione a causa di smottamenti di natura geologica e tellurica. Lo dimostrano le differenti tecniche costruttive impiegate ed individuate lungo i perimetrali della struttura ed i contrafforti ad ogni angolo, per sorreggere i muri e salvaguardare la statica del luogo. La struttura dovette ricoprire un ruolo preminente all’interno dell’insediamento per la presenza di ceramica rivestita di buona fattura soprattutto in età sveva. Le analisi relative all’area nord orientale della cinta hanno restituito testimonianze relative ad un ampio ambiente quadrangolare (CF4) di dimensioni considerevoli (9 x 8 m) provvisto, sul lato nord, di un ingresso definito da stipiti in calcare rifiniti e modanati e successivamente obliterato da una tompagnatura. In questo ambiente sul muro occidentale si conservano ancora gli incassi per gli anelli, impiegati per la sosta di animali. Dopo questa torre di accesso il circuito fortificato interno era caratterizzato da un ampio spazio centrale aperto, circondato a sua volta da ampi ambienti rettangolari su ogni lato. All’interno di uno di questi ambienti (CF6), è stato eseguito un saggio di approfondimento. Questo intervento ha consentito di recuperare un camino angolare con cui si doveva provvedere al riscaldamento degli edifici all’interno della struttura e di un altro accesso, da ovest, al ridotto fortificato sommitale.

All’esterno del ridotto fortificato sommitale sono state identificate alcune strutture, di cui numerose ipogee e scavate nel banco naturale (fossali) pertinenti alle aree residenziali e produttive dell’insediamento. Ai piedi della collina, su cui sorge il complesso fortificato, lungo il versante orientale, sono state riportate in luce i resti di un edificio di culto. Questa struttura, oggi in stato di rudere, è monoabsidata e ad aula unica. Durante le operazioni di scavo sono state intercettate alcune tombe, purtroppo prive di reperti osteologici o elementi da corredo, a causa di interventi di scasso clandestino precedenti.

Alle attività di scavo si sono affiancate quelle di ricognizione di superficie intensive dell’area, insieme allo studio di immagini satellitari multispettrali, analisi geologiche, geopedologiche, paleobotaniche e polliniche, nonché alla creazione di una piattaforma GIS e di modelli tridimensionali del terreno e analisi spaziali. La datazione dell’area è compresa tra età del Bronzo e l’età Medioevale. Le fasi cronologiche meglio documentate sono significativamente la prima età Ellenistica e l’epoca Tardo Imperiale; ne è un esempio il rinvenimento di tracce di uno sfruttamento intensivo del territorio inquadrabile nella prima età Ellenistica, caratterizzato da piccole fattorie con adiacenti nuclei sepolcrali che vengono a definire un paesaggio agrario. Una prima contrazione insediativa, si registra per la fase Tardo Ellenistica, tra II e I sec. a.C. a cui segue una ripresa a partire dalla prima età Imperiale e un decisivo incremento in età Tardo Antica.

 

 

 

 

                                               

 

 

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