Montecorvino

Survey per la  Carta Archeologica dell’Ager Lucerinus

Puglia, comuni di: Pietramontecorvino,MottaMontecorvino ,Volturino,Casalnuovo Monterotaro Castelnuovo della Daunia ,Lucera, Carlantino (FG)

Direzione

Maria Luisa Marchi (UniFG; Scuola di Specializzazione in Beni Archeologici - UNIBAS)

Coordinamento attività sul campo

Giovanni Forte (UniRoma1), Daniela Buffo, Laura Carbonara (collab. esterne)

Responsabilie laboratorio materiali

Michele Laurenzana (Scuola di Specializzazione in Beni Archeologici - UNIBAS)

Responsabili  rilevamento geomagnetico e topografico

Virmanda Rizzo, Francesca Chiara Sabbatini

Nel 2012 hanno partecipato

Allievi della Scuola di Specializzazione in Beni Archeologici UniBAS: G. Ferlazzo, M.Laurenzana, V. Rizzo, M. Vitale, Z. Arace

Allievi del corso di Laurea Magistrale in Archeologia UNiFG: A.Castellaneta, R.Chiodo, R. DiGaetano, V. DiNicoluccio

Allievi del corso di Laurea in Beni Culturali UNiFG: A.Maiorano, M.S.Totaro

 

Progetto “Montecorvino”: il Survey per la Carta Archeologica dell’Ager Lucerinus (unifg)

Il “Progetto Montecorvino” è un progetto dell’università degli studi di Foggia, con la partecipazione, dalla campagna 2012 anche degli allievi della scuola di Specializzazione in Beni Archeologici di Matera, alcuni dei quali anche con incarichi di coordinamento di settori di ricerca.

Il programma di ricerca nasce nel 2006, sotto l’impulso di alcuni comuni del Subappennino dauno, con lo scavo sistematico dell’insediamento medievale di Montecorvino, ed una ricerca di survey intensiva ed estensiva che interessa un vasto comprensorio tra la Valle del Fortore e il Tavoliere, con l’obiettivo di realizzare la Carta Archeologica e un GIS dell’ager Lucerinus, cioè del territorio della colonia latina, dedotta dai romani nel 314 a.C.

Per ora la ricerca si è concentrata, nel settore ad Ovest della città di Lucera, nei territori dei comuni  di Pietramontecorvino, Motta Montecorvino,Volturino, Lucera, Casalnuovo Monterotaro, Castelnuovo della Daunia e Carlantino e parte di quello di Lucera. Durante sei campagne di ricognizione (2006-12) si sono individuati oltre 700 punti archeologici che forniscono una ricostruzione abbastanza esaustiva del paesaggio antico dalla preistoria all’alto medioevo, oltre che offrire, come vedremo, un valido strumento di tutela proprio là dove è più invasiva la diffusione di parchi eolici.

A Nord di Lucera si localizzano numerosi insediamenti neolitici e dell’età del bronzo, posti sugli altopiani affacciati sui corsi d’acqua: le tracce leggibili nelle foto aeree permettono di individuare i tipici fossato a C. e all’interno i relativi compounds.

Tra VIII e IV secolo a.C., questo comparto rientra nell’area di influenza dauna. I dati che stanno emergendo dalle indagini sembrano presentare un popolamento abbastanza diffuso in tutte le zone indagate. Tra i molti, di notevole interesse l’insediamento nell’area di Selva Piana-Carignani dove al centro del pianoro caratterizzato da abbondante materiale di superficie di V-IV secolo, la foto aerea  permettere di leggere le tracce di un edificio rettangolare forse assimilabile ad un oikos.

Una notevole cesura e le trasformazioni più profonde nel paesaggio si ebbero con l’arrivo dei Romani e la nascita della colonia di Luceria. Le ricerche hanno permesso di individuare una distribuzione centuriale costituita da una fitta maglia di piccole fattorie. Esse si concentrano nella zona di Selva Piana dove le aree di frammenti fittili permettono di identificare piccoli edifici di 100-200 mq.

All’età imperiale si riagganciano le grandi ville come quella di località Fornello documentata da un’area di oltre 5000 mq, e da una struttura circolare in laterizio forse da interpretare come parte di un settore termale. Qui si è concentrato l’intervento della campagna del 2012 con il rilevamento topografico delle strutture emergenti e dell’intero pianoro affiancate dalle prospezioni geomagnetiche che permettono di ricostruire parte della planimetria della villa in parte visibile anche dalla foto aerea.

Un contributo di conferma al denso popolamento tardoantico presentato dai numerosi studi condotti negli ultimi anni nel comprensorio lucerino, viene dalla presenza di molte ville e villaggi individuati in diversi ambiti del comprensorio indagato.

Le attività della campagna di settembre-ottobre 2012 si sono concentrate nell’area di un importante insediamento di età arcaica localizzato in località Chiancone seguite agli accordi con la Soprintendenza per i Beni archeologici della Puglia con l’obiettivo di procedere alla tutela dell’area minacciata dalla realizzazione di un impianto eolico; si sono effettuati sul pianoro rilievi topografici e indagini geomagnetiche finalizzate alla realizzazione della carta del rischio. In precedenza a seguito della documentazione offerta dalla carta archeologica realizzata nelle campagne 2006-2010, si sono potuti effettuare sondaggi di scavo preliminari, che hanno evidenziato una sepoltura di un individuo con corredo di armi e ceramiche di V secolo a.C.

Sull’ampio pianoro di circa 200 ettari, si sono individuate e rilevate varie aree di concentrazione di materiale: tegole, coppi, che attestano la presenza di edifici abitativi e molta ceramica (sub geometrica daunia, vernice nera, figure rosse) collocabile tra l'VIII–IV secolo a.C.

Dalla zona provengono  numerose antefisse di vario tipo , tra cui una di particolare importanza con  cavaliere simile ad un esemplare proveniente dalla stipe votiva di Lucera e una di  tipo nimbato paragonabile ai tipi etrusco-campani presenti ad Arpi, Teano e Lucera, nonchè una matrice del medesimo tipo, che testimonia la presenza di un centro di produzione nell’area dell’insediamento.

Il sito sembra quindi configurarsi, secondo le caratteristiche tipiche degli insediamenti dauni del periodo, con un’alteranza di nuclei di abitazione e sepolture, queste ultime documentate, oltre che dalla tomba scavata, da una lastra di copertura e da una stele.

I primi risultati delle prospezioni ci consentono di leggere le tracce di alcune strutture in corrispondenza delle aree di più densa diffusione del materiale mobile dove sono presenti materiali laterizi ed antefisse riconducibili a tetti pesanti. Si può pertanto ipotizzare la presenza di un edificio costituito da vari ambienti collocabile tra V e IV secolo a.C.

Possiamo ancora una volta confermare l’importanza che le ricerche di ricognizione e la realizzazione di carte archeologiche hanno per la tutela del territorio, perchè solo conoscendo il paesaggio antico si può costruire il paesaggio del futuro.

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

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